Grande classico fruibilissimo anche per un pubblico contemporaneo data la scrittura scorrevole (sebbene ovviamente ottocentesca) ed i temi estremamente attuali: il limite tra scienza ed etica e l'angoscia che ne può derivare quando viene superato, la solitudine, la diversità, la ricerca estenuante della felicità, l'amore conflittuale tra padre e figlio.
Il primo e più evidente tema è il
limite tra scienza ed etica: Frankenstein, uomo geniale e preparato, in preda ad un delirio di sperimentazione e creazione, riesce letteralmente a costruire dal nulla un essere di sembianze umane, enorme (per non dover faticare con parti troppo piccole su cui lavorare) ed instilla in esso la scintilla della vita.
Non appena questi si sveglia ed inizia di fatto a vivere, Frankestein si rende conto dell'enormità del suo atto di creazione e, terrorizzato, scappa, abbandonando l'essere al suo destino.
Questi si comporta esattamente come un bambino: è confuso, non si rende conto del luogo in cui si trova, comincia quindi a vagare nei boschi ed a fare esperienze.
Diversamente all'immaginario collettivo, è un essere dall'animo gentile, si emoziona osservando la pioggia, i fiori, sentendo i profumi.
Ogni suo tentativo di avvicinamento a degli esseri umani, cosa che lui desidera ardentemente, si traduce in un fallimento: il suo aspetto è troppo mostruoso, nessuno riesce a resistere alla sua vista, nessuno riuscirà mai a rendersi conto di quanto egli possa essere nobile d'animo.
Questo è il secondo tema importante del romanzo: il
sentirsi diverso, disadattato e rifiutato.La creatura, quindi, va alla ricerca del suo creatore, gli racconta le proprie esperienze e sensazioni e gli chiede aiuto: come tutti, desidera la felicità, ma è un mostro in preda allo sconforto ed alla solitudine. E' dovere del suo creatore aiutarlo ad essere felice: chiede quindi che gli venga creata una compagna con lo stesso sistema.
In un primo momento, sopraffatto dalle emozioni e convinto dalla dialettica del mostro, Frankestein accetta, ma poi, riflettendo, rifiuta di creare una nuova creatura di tal genere: e se lei non fosse di animo gentile? E se i due iniziassero una nuova stirpe di orrende creature, anche eventualmente cattive e violente?
Il suo rifiuto causa la rottura finale tra padre e figlio, che si lascia andare in preda alla collera della insoddisfazione ed infelicità ai più efferati crimini, tutti volti a rendere il padre infelice come lui.
Come un bambino capriccioso che richiede con i suoi gesti le attenzioni del genitore, così si comporta la creatura: nasce un lunghissimo inseguimento che finirà in tragedia.
Ed alla fine, vedremo che c'è ancora un altro sentimento che il mostro riesce a provare:
il rimorso.